L’idea qui è arrivare a capire che cos’è il denaro; per farlo, ripercorrerò brevemente alcune tappe storiche, per tirare le conclusioni in fondo.
# Tappe minimali della Storia della Valuta, per comprendere:
– il baratto
le origini del baratto non sono documentabili storicamente; un’economia totalmente fondata sul baratto potrebbe dunque essere un mero modello mentale, ricavato per astrazione, delle economie primitive:
cit.: “Tuttavia, nonostante sia radicata la considerazione del baratto come prima fase storica di economia commerciale, non vi è alcuna prova storica, antropologica o etnologica dell’esistenza di una società, o di un’economia, basate principalmente sul baratto. Al contrario, le società non monetarie operavano largamente secondo il principio dell’economia del dono e del debito. Quando, di fatto, ci si imbatte nel baratto, si tratta, usualmente, di scambi tra soggetti completamente estranei o probabili nemici“
La stima del valore nella pratica del baratto, senza ricorrere ad un’unità di misura:
cit.: “Nel baratto, il valore dei beni oggetto dello scambio viene considerato sostanzialmente equivalente fra le parti, senza ricorrere esplicitamente a un’unità di misura di valore monetario dei beni stessi.”
Nel XVI sec. il baratto era basato sui fagioli!:
cit.: “Dopo essere naufragato sulla costa del golfo del Texas nel 1528, Alvar Nuñez Cabeza de Vaca visse per i successivi sette anni presso gruppi di cacciatori-raccoglitori, sia nelle regioni costiere che in quelle interne. Nel corso della sua permanenza presso i gruppi del litorale, egli si dedicò al commercio: sulla costa si approvvigionava di conchiglie marine, di utensili di conchiglia e di una varietà di fagioli dai poteri terapeutici, che trasportava poi nell’entroterra, percorrendo distanze di 60-80 km e oltre, per ottenere in cambio pelli, pietre silicee, ocra rossa (ematite) e pelli di cervo. Da questo eccezionale resoconto etnografico emerge un antico modello di commercio, che implicava relazioni dirette tra un commerciante e numerosi gruppi o bande. Tale scambio “diretto” o “reciproco” aveva probabilmente grande importanza tra i gruppi di cacciatori-raccoglitori, poiché consentiva il trasferimento di merci essenziali, quali materie prime grezze e, in qualche caso, alimenti.” [sottolineato mio]
– altri enti di scambio e metalli (conchiglie, orzo, stoffe, sale)
cit.: “La “moneta” in tali sistemi più arcaici veniva usata allo stesso modo del sale o delle conchiglie di Cypraea nelle società premonetali, cioè come mezzo di scambio (…)”
cit.: “Un esempio noto in etnografia è lo scambio kula nelle Isole Trobriand (collane di conchiglie rosse che nell’arcipelago circolavano di isola in isola in senso orario e bracciali di madreperla che circolavano in senso opposto, con lo scopo di intrattenere relazioni sociali), che creava anche l’occasione per un vero e proprio scambio commerciale ( gimwali) basato sul baratto (Malinowsky 1978)” [sottolineato mio]
cit.:”Nella prima metà del II millennio a.C. in genere i pagamenti si effettuavano in quantità misurate di orzo nella Babilonia; in Siria invece si preferiva utilizzare l’argento pesato, poi il rame e infine argento e stagno. Successivamente, gli Assiri scambiarono stagno e stoffe contro l’oro e l’argento proveniente dall’Anatolia.” [sottolineato mio]
In Africa (dall’VIII al XVI sec. d.c.) ancora troviamo il campionario di scambio più ricco:
cit.: “sale (…) montoni (…) noci di cola (…) barre di rame (…) conchiglie cauri (…) oggetti di ferro (frecce, zagaglie, arponi, asce e daghe) e avorio (braccialetti) (…) schiavi (…) zanne di elefante (…) stagno (…) perle di vetro e di cornalina (…) braccialetti (…) perizomi di colore rosso e cavalli (…)”
; mi fermo qui perchè l’elenco va avanti ancora a lungo.
In Oceania
cit.:”Ocra, boomerang, ornamenti di conchiglia, accette, macine e droghe
vegetali (pituri) costituivano oggetto di scambio durante i raduni intertribali o attraverso una catena di contatti lungo itinerari stabiliti dalla tradizione.”
– il baratto mediato
La mediazione nasce come “terza merce”, individuata presto nei metalli:
cit.: “Nel tempo dal baratto diretto si passò al baratto mediato attraverso l’uso di una terza merce di carattere guarentigo la quale potesse fungere da “valore-ponte”. Questo consentiva non solo di poter ampliare la possibilità di scambio oltre la contemporaneità di reperimento ma anche di effettuare scambi indiretti. Questa “merce terza” fu nel mondo occidentale ben presto individuata in lavorazioni ben definite di alcuni metalli (…)”
– a cavallo tra baratto e valutazione aurea
cit.: “un esempio interessante di epoca storica ci viene descritto da Erodoto sui Fenici (Cartaginesi) (ma era già baratto tra merci e moneta-oro), secondo una modalità interessante (vedi link di approfondimento): se il quantitativo di oro deposto soddisfaceva la valutazione (del rapporto merci-oro) che ne davano al momento i Cartaginesi, lo scambio veniva accettato, altrimenti no.”
– individuazione del metallo quale ente, tra concreto e astratto, nel quale individuare il valore (4000 a.C.)
Si credé di rinvenire il valore (dei rapporti di scambio) dunque nel metallo (oro e argento in primis) , gestito dal potere religioso, mentre per il popolo esisteva ancora una moneta meno pregiata, nonchè non sotto il diretto controllo delle caste sacerdotali. Un po’ come Cartesio credè di individuare la connessione tra anima e corpo, tra res cogitans e res extensa, nella ghiandola pituitaria (=giusto un travisamento del corretto modo di inquadrare la questione).
Interpretazione seconda: si stabilì una volta per tutte di individuare il valore dei rapporti di scambio nei metalli, un po’ come quando si stabilisce di individuare il valore della “Patria” nel culto della bandiera fisica.
Insomma gli uomini hanno stabilito, ad un certo punto della loro storia (per convenzione o per travisamento – magari successivo – della questione), che il metallo costituiva l’Esserci del valore (il “valore in sè, assoluto”) di tutti i loro possibili rapporti di scambio, di tutti gli enti possibili (astratti e concreti) mercificati, dal valore di uno schiavo a quello di un raccolto ai servizi derivanti dalla prostituzione, etc.
cit.: “Furono i Sumèri – gli abitanti della Mesopotamia che nei tempi più remoti (4000 circa a.C.) avevano inventato la scrittura – che con i loro sacerdoti stabilirono di scegliere il metallo come la merce più adatta allo scopo in quanto, tra molti pregi, aveva anche quello particolare del peso costante. I metalli prescelti furono l’oro, sacro al dio solare, e l’argento, consacrato alla pallida luna; il rapporto tra i due metalli fu stabilito da uno a tredici e un terzo, corrispondente, sembra, al rapporto astronomico tra l’anno solare ed i mesi lunari.”
A parte la credenza religiosa invocata come garante (ancora oggi alcuni invocano la credenza religiosa come garante della moralità) interessantissimo che la valutazione del rapporto tra valore dell’oro e dell’argento venne fatta sulla base di rapporti astronomici – dunque non sulla base della rarità dei materiali in gioco, ad esempio, ma passando da un’associazione di tipo religioso ad una astronomico e di qui di nuovo ad una valutazione dei rapporti in gioco sulla terra. Tipico della mentalità antica, ovviamente: i rapporti in terra riflettevano quelli sussistenti in cielo. Ovvero, non si tentava di ricavare i rapporti in terra a partire dagli stessi rapporti in terra, ma a partire da qualcos’altro, dalla sfera trascendente, per ritornare coi piedi per terra. Al di là dell’interesse antropologico, tutto ciò denuncia una chiara origine della pura convenzionalità della stima dei rapporti di valore.
– nascita della moneta: la Premoneta (civiltà egizia, 3000-2000 a.C.)
cit.: “Col tempo si cominciarono a barattare i prodotti con oggetti informi chiamati dagli studiosi “Premonete”. Erano pezzi di metallo a foggia di anelli, rozzi pani di bronzo, bastoni a punta (osservandoli nei musei si pensa a ferri da girarrosto).
Essi potevano essere di rame, detti “oboli” o lastre di bronzo con peso da 24 a 30 chili a forma di pelle di bue.
Nelle premonete possiamo mettere anche alcune particolari varietà di conchiglie che le popolazioni oceaniche usavano nei loro commerci.”
cit.: “Non possiamo ancora affermare che la moneta sia nata, i metalli preziosi restavano custoditi nei templi, i sacerdoti regolamentavano le operazioni più importanti, i piccoli contadini o artigiani non potevano vedere il valore del loro lavoro. L’antica civiltà egizia 3000 / 2000 a.C. che ha costruito grandi piramidi e città non ha sentito la necessità della moneta in virtù del sistema sociale vigente di tipo comunistico.”
Interessante notare come i due livelli di commercio (ovvero di potere) nacquero già suddivisi: Premonete, ovvero oggetti di un certo valore ma di reperibilità piuttosto comune, per il Popolo; metalli preziosi per il tramite tra Regime Oligarchico e il Popolo. Si deve già insomma cominciare a parlare di un doppio livello di economia (che sussiste ancor oggi, ovviamente, coi templi trasformati in Banche e Borse e l’economia della gente normale, ovvero dei semplici lavoratori, che ricevono l’obolo alla fine del loro sforzo produttivo; purtroppo la storia della civiltà è sempre andata avanti, mutatis mutandis, allo stesso modo).
cit.: “Oggetti di lusso, impiegati in un “commercio nobile” (doni nuziali, ospitali o votivi, pegno per riscatto, premi di gara, ecc.) compaiono più volte nell’Iliade e nell’Odissea come “valori circolanti”, in contrasto con il bue che viene utilizzato come misura del valore. Fra questi agalmata (o più precisamente fra i keimelia, cioè le cose preziose custodite nella stanza del tesoro dell’oikos) il cui valore è ancora concreto, si distinguono alcuni oggetti (tripodi, bipenni, lebeti) che passano ad essere considerati misura del valore astratta: “segni premonetari” da mettere direttamente in relazione con l’inizio della monetazione (…)”.
Gli spiedini di carne (buoni!) costituiscono una tappa miliare nello sviluppo dell’economia:
cit.: “Il passaggio può essere invece più precisamente seguito per lo spiedo (obelòs) e il fascio di spiedi (drachmè) che passano in epoca successiva ad indicare unità di misura (obolòs e drachmè). Lo spiedo non è propriamente un agalma o un keimelion, ma è uno strumento del sacrificio, precisamente l’oggetto nel quale veniva infilata la carne da cuocere dell’animale sacrificato. Obelòs può anche indicare le porzioni di carne infilate in uno spiedo (…), porzioni che erano distribuite a tutti i cittadini. Il passaggio da una distribuzione qualitativa della carne, tipica della società aristocratica dell’età arcaica, ad una distribuzione quantitativa tipica invece della polis classica democratica, deve aver segnato anche il passaggio da una nozione concreta ad una nozione astratta del valore (…)”.
Salterò a questo punto le tappe su:
– la moneta e le sue funzioni
– nascita della moneta in oro
– il valore della moneta diventa nominale (dall’oro a metalli meno nobili)
– la cartamoneta è garantita dalle riserve auree
– le riserve auree vengono dichiarate inutili
– il denaro si fa credito elettronico: introduzione della complessità computazionale nel credito
, perché ne ho abbastanza. Il processo che arriva al credito numerico, elettronico (inserimento di numeri in banche dati), è chiaro.
Il processo è di progressiva (seppur lenta) astrazione dall’ente concreto (oro o altro elemento prezioso=raro (e esteticamente valido)) , per arrivare alla totale virtualizzazione del credito o potere di acquisto. Il potere di acquisto è esercitabile su tutto ciò che è posto in vendita, ovvero ritenuto oggetto di mercato dal venditore, secondo la valutazione corrente che ne viene data, dal venditore stesso o dal “sistema”. Ma è notevole che ancor oggi, nella prassi quotidiana, si faccia finta spesso di non comprendere (o in taluni casi davvero non si comprende) che il potere di acquisto è l’unico significato del denaro: il numero misurante l’importo, assoluto, non significa nulla, il vero significato del denaro è nella relazione tra il numero-credito e ciò che mi viene dato in cambio. Nel termine cambio si ritrova intatta la relazione instaurata sin dall’inizio nel baratto.
# Il fondamento dell’esistenza e del senso del denaro si trova nella specializzazione del lavoro. Se ognuno fosse autosufficiente e provvedesse per intero al proprio auto-sostentamento (come propugnava Michelstaedter), non ci sarebbe bisogno di un mezzo di scambio. Viceversa, la specializzazione del lavoro (che è necessaria per l’innalzamento della qualità dello stesso) implica la necessità di un metodo per lo scambio dei risultati dei rispettivi lavori. Di qui, il baratto (per lo scambio di risultati del lavoro semplici e oggettivi) o il mercato (per lo scambio di risultati del lavoro complessi e astratti).
# L’altro fondamento del denaro (il necessario sfondo sul quale la necessità dell’esistenza del denaro s’innesta) è il possesso o proprietà privata. Il denaro non è altro che potenza (di acquisizione) rispetto a questo.
# Distorsioni introdotte dall’economia (basata sullo scambio) e dal denaro:
- Pura arbitrarietà della valutazione dei rapporti di valore:
cit.: “….. nella Grecia arcaica 600 a.C. il valore di:
– Uno schiavo era fissato in 100 capi di buoi
– Una donna variava da quattro a venti buoi (in funzione alle sue personali caratteristiche)
– Una buona armatura valeva venti buoi”
cit.: “Nella civiltà precolombiana dei Maya, i semi di cacao svolgevano la funzione di moneta, era il vero “oro” di quel popolo.
Un coniglio valeva 10 semi di cacao, una zucca 4, uno schiavo 100, le prostitute si concedevano per 8 – 10 semi di cacao.“
Spunti molto interessanti per comprendere che la pura arbitrarietà sussista tutt’oggi, e sia lo strumento principale di potere della classi dominanti: vedi la valutazione del salario di lavoro (quanto vale lo specifico lavoro di ogni singola persona? – oggi si soffre di un totale appiattimento degli stipendi dei singoli lavoratori nei vari settori, a mio avviso l’arbitrarietà delle valutazioni offerte è, troppe volte, evidente). Oggi si dice: è il mercato del lavoro che valuta; e ieri cos’era, il mercato degli schiavi? cos’è cambiato? poco o nulla!
- Il baratto è fondato sulla misurazione (valutativa) del valore di una merce o bene o servizio. Notare che spesso le grandezze barattate sono incommensurabili, mentre il baratto prima, e il denaro poi, le forzano su un piano di commensurabilità. Tale distorsione non è introdotta dal denaro ma ha origine nel baratto, ed è alla base di tutta l’economia basata sullo scambio. Il peccato è originale! sull’incommensurabilità, vedi anche alla voce: “Pura arbitrarietà della valutazione dei rapporti di valore“: come commensurare il valore di un uomo o di una donna (schiavi) a quello dei buoi?
- nascondimento (almeno parziale) dei rapporti di valore (tra le cose), lasciando nell’insindacabilità le potenzialità del suo possessore: la misura nominale rappresentata dal denaro non costituisce immediatamente rapporti di valore ma anzi sospende, in quanto misura assoluta, ogni rapporto . Per analogia: sapere: “che ora è” è del tutto slegato dal fatto che arriverò in ritardo o in anticipo ai molti appuntamenti della mia agenda (almeno fino a quando non mi recherò agli appuntamenti stessi);
- il denaro rappresenta valore (ricchezza) in forma compatta, permettendo cosi l’accumulo di ricchezza (beni potenziali) che non sarebbe possibile senza il processo di compattazione: se traducessimo in capre le ricchezze di Berlusconi, non basterebbe l’intero territorio italiano per contenerle (un calcolo che sarebbe interessante fare);
- effetto soglia: il denaro permette l’accumulo e la moltiplicazione di denaro stesso; ha permesso in altri termini di ottenere le stesse condizioni di vassallaggio che un tempo erano ottenute con rapporti di potere e di forza, ricorrendo al semplice uso dell’attuale meccanismo economico: chi ha denaro sopra una certa soglia può facilmente riuscire a moltiplicare e moltiplicarne l’accumulo; chi ne ha al disotto di una certa soglia può solo sostentarsi e sopravvivere (quando ci riesce).
- la possibilità di mettere in atto il nascondimento di frodi nella complessità dei parametri e sofismi di calcolo applicati (vedi le tasse pagate sulle tasse, le accise, l’illecito recupero delle proprie tasse dalle tasche dei consumatori perpetrate, ad es., nelle bollette del gas)
- Conclusioni sull’elenco delle distorsioni introdotte dal denaro: se i rapporti di valore sono basati su un esercizio di riduzione al commensurabile del di-per-sè incommensurabile e sulla pura arbitrarietà delle valutazioni, chi o cosa decide? cui prodest? in base a quali regole o ratio?
Ecco che il denaro diventa (non sempre e per tutti, forse, per fortuna) il valore assoluto, il Dio, la cima della montagna alla quale si guarda perdendo completamente di vista i rapporti di valore tra le cose (e rispetto alle vite proprie e altrui); per altri l’inevitabile mezzo di scambio le cui redini sono tenute dall’alto, marionette a volte consapevoli di giochi sempre più alti, indiretti, fili legati ad altri fili che tirano fili alla fine dei quali ci siamo noi con i nostri affanni quotidiani…
# riassumendo: la verità è sotto gli occhi di tutti, ci vuole coraggio però per guardarla in faccia, metterne le proposizioni enunciative in fila, attribuendo i giusti termini alle cose. Fatto questo, resterebbe l’azione, ma a quel punto tutti “se ne tornano a giuocare”.
#conclusioni: il denaro è la fissazione di arbitrari rapporti di valore tra le cose e il lavoro. Dal bilanciamento arbitrario dei rapporti di valore nasce il valore “in sè” che esso rappresenta (ma è sempre, originariamente, valore “per altro”, riconducibile a rapporti di valore tra le cose, il lavoro, o altre fonti (malvage e illecite) di provenienza). Il denaro è l’oblio della provenienza del valore che esso rappresenta, e dunque dei rapporti morali: violenze, ingiustizie, prepotenze vengono celate sotto la forma dell’asettico numero. Tranne per pochissime eccezioni (“denaro proveniente da traffici illeciti”), di fronte al denaro nessuno è tenuto a chiedersi donde provenga, e come provenga, ma solo che “c’è”. Sommo lavaggio dei panni sporchi, ogni volta.
Il denaro è il valore e, al contempo, l’insieme dei rapporti di valore che questo valore rappresenta, e ancora l’oblio di tali rapporti e della moralità e giustizia degli stessi.
Con l’oblio dei rapporti di valore e della loro moralità e giustizia, la Grande Opera di astrazione è compiuta, il via libera alla prepotenza e ingiustizia derivanti dalle convenzioni stabilite intorno al denaro è compiuta.
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per approfondimenti: – sul baratto, economia del dono, sistemi premonetali: http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_del_dono – sul baratto mediato: http://www.compensazione.it/public/affari_compensazione/storia_compensazione.asp http://www.treccani.it/enciclopedia/le-forme-dello-scambio-e-i-sistemi-premonetali-e-monetali_%28Il-Mondo-dell%27Archeologia%29/ – su monete e denaro: Sulla storia della moneta: http://manuali.lamoneta.it/MANUALI.html “Associazione Collezionisti Numismatici Milanesi”: http://acnm.xoom.it/acnm/losapete.html “Storia della numismatica”: http://www.gigante.it/progetto/monete_storia.html http://acnm.xoom.it/acnm/storianum/origmon.html – sulle relazioni tra metalli e pianeti: http://www.massimomarra.net/847/Marcelin-Berthelot-Relazioni-tra-i-metalli-ed-i-pianeti-il-numero-sette-estratto-da-Collection-des-anciens-alchimistes-grecs-vol-I-pp-7385-Traduzione-di-Massimo-Marra – teorie del denaro: http://www.sinistracomunistainternazionale.it/Riviste%20e%20documenti%20PDF/TEORMARX.pdf “E’ tempo di una nuova teoria del denaro” – http://www.stampalibera.com/?p=17684 Michelstaedter, “La Persuasione e la Rettorica” http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Michelstaedter http://www.michelstaedter.it/
Pubblicato su Filosofico, Politico, Sociale
Tag: arbitrarietà, classe dominante, commensurabilità, denaro, Dio, frodi, incommensurabilità, nascondimenti, storia, storia economica, valutazione, violenza